Basta col fantasy catodico, sono i politici al potere da decenni che hanno la responsabilità della rovina del paese, basta con le favole.
Nei talk si tenta di riscrivere la storia e si costruiscono fantasy. Alessandro De Angelis, Roberto D’Agostino - nuovo maitre a penser della sinistra sinistra - , Daniela Preziosi sono solo alcuni dei nomi visti in tv, a Lineanotte, a Ottoemezzo e consimili impegnatissimi a spararle grosse. Ne escono dibattiti surreali dove si discute di fatti falsi.
E badate non è questione di fazione.
Un Tommaso Labate che richiama a considerare su Virginia Raggi che è stata eletta non in forza di una credibilità personale ma di quella del M5S e che dunque - in quel contesto - vincolarla con un contratto alla volontà di partito può avere un senso, - parte da fatti veri, argomenta in modo logico rigoroso.
È uno dei pochi.
Talk fantasy raccontano ogni giorno una versione sciaccallesca dei fatti prestandosi a costruire storie surreali.
Primo fantasy : un Renzi dilapidatore di mance. Invece Renzi ha portato la crescita, da negativa sotto zero di Letta, a positiva sopra lo zero del 1,9%.
Secondo fantasy : Renzi sperperatore di risorse a debito. Invece Renzi ha ottenuto credito in Europa per fare le riforme e quelle che non sono dipese dal referendum le ha fatte: banche popolari, buona scuola, riforma PA. Le proteste dei riformati stessi, ricorsi amministrativi e richieste di referendum abrogativi dimostrano quanto tali riforme abbiano inciso sugli interessi costituiti.
Terzo fantasy : Renzi responsabile del disastro bancario provocato da decenni di malcostume - quando Renzi aveva i calzoni corti. Invece Renzi ha trovato risorse per compensare i dissesti con risorse private poi volatilizzatesi con la vittoria del “no”.
Quarto fantasy : Renzi che fa diventare straniere le industrie italiane. Invece Luxottica resta italianissima detenendo Del Vecchio - con il 38% - la quota di maggioranza relativa della società.
Quinto fantasy : Renzi che fa fallire Alitalia, ridotta in stato pietoso dalla classe dirigente degli ultimi vent’anni e anche prima, quando Renzi non era nemmeno in politica.
I fatti sono fatti non si può riscrivere la storia. E dunque ecco i fatti:
C’è un motivo per cui l’Italia non cresce, lo denunciò Carlo Azeglio Ciampi negli anni ’90 lanciando l’allarme “declino”. L’Italia ha bassi livelli di produttività: ovvero produce poco per ora lavoro.
La colpa? Le zavorre burocratiche, infrastrutturali, apparati inutili destinati solo alla funzione di calmiere sociale.
La cura? Ristrutturare il sistema, spostando risorse.
Il costo? Creare malcontento, eliminare rendite di posizione e garanzie.
Risultato? Nessuno cura il Paese, perché nessuna forza politica ha un orizzonte temporale di governo lungo a sufficienza per poter attuare la cura e raccoglierne i benefici. Inoltre nessuna forza politica può governare da sola perciò nessuna forza politica può applicare una ricetta chiara, deve sempre mediare. E mediare significa accontentare le lobby degli interessi più forti.
Soluzione? Cambiare organizzazione istituzionale, riformare la governance e la capacità amministrativa.
Per questo motivo la UE finanzia, investe e lascia margini di crescita alle economie in crisi capaci di riformare governance e capacità amministrativa.
L’Ue ha dato credito a Renzi per riformare governance e capacità amministrativa.
Renzi ha utilizzato il maggior credito UE per fare ciò per cui lo ha ottenuto: riforme. Tant’è, malgrado la mancanza di produttività del Paese, ha portato in tre anni la decrescita sotto zero - del periodo Letta - al +1,9 percentuale, lo 0,7 di crescita media annua.
Fallito il percorso di riforma ora l’apertura di credito dell’Europa si richiude e i nodi vengono al pettine.
Monica Montanari
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