Ci associamo a Fabrizio Rondolino che ieri twittava :
«Vogliono un congresso lungo almeno 6 mesi, sennò è un plebiscito. E poi faranno comunque i cazzi loro, come sempre. Meglio chiuderla domani». Dondolino indica al partito di Renzi la via di Macron, Emmanuel Macron, candidato alle presidenziali francesi da indipendente che propone la via della della Seconda Sinistra dove i valori della libertà individuale non vengono più subordinati all'uguaglianza.
Bensì al contrario: per Macron in soldoni: diritto al lavoro e vero potere all'elettore e al cittadino in quanto solo cittadini liberi, responsabili e completi possono realizzare il progetto di una società senza sperequazioni. È la via del socialismo liberale.
Questa via domani Renzi potrebbe imboccare per il Pd a scanso dello scetticismo di un Federico Geremicca il quale sembra orientato al calcolo di bottega e a scongiurare l'avvento dei 5 stelle.
Ricordiamo che i grillisti hanno presentato in Parlamento un progetto di legge per l’abolizione dei finanziamenti diretti all’Editoria. La Stampa non ne percepisce ma il mondo dei media sembra davvero terrorizzato dall’arrivo dei 5 stelle al Governo. E va bene possiamo concordare, sarebbe una iattura.
Bloccare la democrazia, tuttavia, portare il paese alla Prima repubblica, puntare a spegnere il PD nel blocco dei veti incrociati pare un prezzo troppo alto. Non si può sacrificare la democrazia per paura dei 5 stelle.
Del resto a dimostrare l’inconciliabilità delle posizioni interne arriva l’ultima: la minoranza PD chiede, se Renzi si dimette, una segreteria di garanzia. Come a dire che di Renzi non ci si può fidare neppure per affidargli in gestione transitoria il partito durane la preparazione del congresso.
Se ne vogliono andare? Ma menomale.
Fonti e documenti
Enrico Rossi chiede segreteria di garanziaGeremicca contro la scissione su La Stampa
Tweet di Fabrizio Rondolino
Macron su L’Unità
Fondi all’editoria su Il Post
Ti è piaciuto l'articolo?
Nessun commento:
Posta un commento