Ve le ricordate le convergenze parallele? E i due forni? Se non li avete mai sentiti nominare facciamo un ripasso.
“Convergenze parallele” era la rappresentazione geometrica, filosofica e, in pieno mood anni ’70 da “conquista dello spazio”, con cui Aldo Moro figurava la situazione di una DC e di un PCI che convergevano su un programma di governo, senza mescolare in alcun modo le identità rispettive. Ci si immaginava queste rette parallele in un futuro lontanissimo nel tempo e nello spazio siderale buio e stellato dove appunto le rette finiscono finalmente con l’incontrarsi.
Con “i due forni” di Scalfari, le giovani generazioni provavano disagio. Ormai i panettieri avevano altri nomi e la parola “forno” suonava sinistra: tra Hansel, Gretel e Auswitz. Tanto più sinistre a orecchie socialiste condannate a scegliere se morire - più che servirsi - nel forno comunista o in quello democristiano.
Bene, ora immaginiamo tutto questo oggi, nel contesto mediatico creato dalle nuove tecnologie e dagli ambienti social. Troveremmo post e immagini così concepiti:
Convergenze parallele? Moro bocciato all’esame di guida.
Convergenze parallele? Vi rifaremo la camera d’aria.
Convergenze parallele? Toglietegli il vino.
La politica dei due forni? Scalfari ai giardinetti, passa a prendere il pane e smarrisce la strada di casa
La politica dei due forni? Il dubbio amletico su quale abbia il buco più stretto.
La politica dei due forni? La politica sta preparandoci il solito tortino di merda.
Provare per credere. Solo pochi esempi e nemmeno facili. considerata la levatura del politichese di allora.
Pensiamo all’oggi, alla levatura del dibattito attuale quando non si riesce nemmeno a far passare il concetto che il PD ha tagliato i vitalizi e i Cinque Stelle hanno votato contro.
Ve lo immaginate che effetto farebbero gli accordi sottobanco tipici del sistema proporzionale? Con governi che si reggono sul manuale Cancelli, su astensioni tecniche, su franchi tiratori in vacanza?
Proprio mentre sto scrivendo, su Twitter il Ministro Poletti è messo in croce per aver detto una sacrosanta verità: il lavoro è un rapporto di fiducia, si trova di più giocando a calcetto che inviando i curriculm. Apriti cielo. La rete è piena di gente che non capisce o non vuol capire e se ne vanta. Pensate quale corso potrebbero mai avere le sottigliezze di palazzo tipiche del proporzionale.
Ma Angelino Alfano e Maurizio Lupi che hanno il 22 marzo scorso bocciato in Commissione Affari Costituzionali della Camera ogni opzione di ritorno al Mattarellum sono persone di solido pragmatismo!
Si sono interrogati su cosa accadrebbe nel Paese con una vita politica sprofondata nei riti misterici del proporzionale? Lo sanno che con il loro - peraltro comprensibile - rifiuto verso i sistemi maggioritari stanno condannando se stessi e un’intera classe politica all’estinzione?
Monica Montanari
Fonti e Documenti
La StampaIl Sole 24 Ore
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