A fronte del dato record dei mille giorni renziani sul fronte del recupero dell’evasione fiscale fissato per il 2016 a 19 miliardi, a fronte della diminuzione del rapporto Debito Pil sceso di quasi 3 punti percentuali, a fronte dell’aumento degli occupati di 680 mila unità, Repubblica e il Fatto titolavano stamane in rete sugli sprechi dei voli di Stato e sugli ottanta consulenti del Governo. Obbiettivo comune delle due linee editoriali: dimostrare che Renzi non ha lavorato sul fronte degli sprechi.
Ecco dunque l’attacco all’alto numero dei voli di Stato e all’aereo di rappresentanza per le missioni d’affari all’estero, utilizzato poco e con alti costi di gestione. Sul Fatto quotidiano si eccepisce invece che i contratti dei consulenti siano stati rinnovati con largo anticipo.
La riuscita di questa ennesima operazione di discredito si inceppa sulle stesse dinamiche della pubblicistica. È un po’ come quando si inciampa nei propri stessi piedi senza incontrare ostacoli esterni. Accade infatti che i medesimi giornali e le forze antirenziane più o meno scopertamente tali - da Grillo al fuoriuscitismo - abbiano dedicato le ultime due settimane ad attaccare Consip, la centrale antisprechi che ha messo fine alla pacchia degli acquisti gonfiati.
Eh sì proprio loro così attenti su Consip dovrebbero sapere quanto efficace sia stata nel ridurre gli sprechi e quanto per gli interessi toccati sia stata incisiva e sgradita l’azione di Renzi sul fronte della spending review. Il pezzo forte nella riduzione della spesa avrebbe potuto essere la riforma istituzionale - dobbiamo ammetterlo - e però peccato che proprio costoro, gli anti renzi, l’abbiano fatta fallire.
Ecco i dati - fermi allo scorso anno - sui risparmi ottenuti da Consip: le pubbliche amministrazioni che si sono affidate a Consip per fare acquisti hanno risparmiato fino al 52% per le fotocopiatrici, al 51% per le stampanti, al 18,5% per una city car e tra il 7 e il 15% per un Pc portatile. Renzi dunque ha fatto molta spending review e l’ha incentrata sulla riduzione dei centri di spesa da 35 mila a 33: “33” secco non 33 mila. Con la centralizzazione delle stazioni di spesa Matteo Renzi ha di certo scontentato moltissimi lobbisti.
Questa capacità di resistere alle pressioni Renzi l’ha dimostrata anche ieri sera a “Porta a Porta” con i distinguo posti all’annuncio di Gentiloni rispetto a possibili aumenti Iva e riduzione del cuneo fiscale.
Renzi ha fatto un ragionamento articolato. Abbiamo abbassato le tasse agli imprenditori, abbassato i costi diretti e indiretti del lavoro, abbiamo messo oltre 1000 euro all’anno in più nelle tasche di 11 milioni di italiani. Per accelerare l’aumento della produttività di sistema dobbiamo agire sulle dinamiche produttive e dunque: sburocratizzare, abbreviare i tempi della giustizia e migliorare l’infrastruttura del Paese con un grande piano banda larga per la digitalizzazione delle imprese.
Discorso chiaro: dare all’industria gambe più forti, non spianare gli ostacoli.
In questo quadro si inserisce anche il tema della parità fiscale tra paesi europei che sarà al centro dell’incontro del Lingotto.
Monica Montanari
Fonti e Documenti
Costo della siringa su RepubblicaRisparmi Consip sul Sole 24 ore
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