La situazione è questa: abbiamo bisogno di prospettiva politica, di guardare un po’ lontano e sapere cosa aspettarci. Chi deve fare un investimento e prendere decisioni economiche ha bisogno della stabilità come l’aria per respirare. Chi deve investire con quale criterio può decidere di farlo in questa situazione? Ecco che tutto si blocca.
La decisione di Sergio Mattarella di non sciogliere le Camere sta rivelandosi più che deleteria. Difficile non dare ragione a Paolo Mieli che ieri a Otto e mezzo proponeva di andare a elezioni e ripeterle senza sosta finché non emerga una verità.
Questo attendismo senza prospettive è la rovina.
Chi sta valutando di comperare immobili come può farlo senza sapere se prevarrà una forza politica favorevole ad aumentare le tasse patrimoniali sulla casa?
Se si valuta l’acquisto di titoli di Stato come i BTP è vitale capire le prospettive sulla dinamica dello spread, degli interessi, del mercato secondario.
Altrettanto dicasi per l’acquisto di macchinari.
Insomma andare a elezioni e ottenere una chiarificazione del quadro politico è vitale. Perché non solo a oggi paghiamo l’immobilismo cui ci ha condannato il NO ma scontiamo anche la prospettiva del tutto buia sul nostro immediato futuro e anche questo è un regalo del No.
L’Accozzaglia buona a toglierci le riforme si sta dimostrando del tutto incapace di proporne di proprie. Come volevasi dimostrare.
Matteo Renzi lo ha sempre detto e per non lasciare alibi giustificativi all’Accozzaglia del No ha levato di mezzo recentemente anche l’ostacolo della sua indisponibilità a votare una legge senza capilista bloccati.
«Fate una proposta e ve la voto.»
L’avete vista voi?
Come qualificare l’irresponsabilità della classe politica che, in forza di una visione proprietaria del Partito e dello Stato, ci ha tolto la possibilità di riformarci, condannandoci?
Monica Montanari
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