Dopo oltre un mese di Carcere per Alfredo Romeo, cominciano a dissiparsi le nebbie su una verità evidente che noi di Tramatlantico spiattellammo già il 2 marzo scorso.
Dietro l’inchiesta Consip, le soffiate e le denunce, si sono guerre imprenditoriali, c’è la coperta troppo corta di una grave crisi strutturale di sistema. Ecco che infatti l’agenzia anticorruzione di Cantone, l’Anac, accoglie l’esposto di Alfredo Romeo tratteggiando un quadro in cui ben 900 milioni di appalti sarebbero stati ripartiti a società collegate facenti capo a uno stesso affarista, concorrente di Romeo.
Il tentativo di procacciarsi notizie fresche dall’interno, da parte di Romeo, lontano da essere un modo per avere indicazioni sui ribassi si configura come una manovra puramente difensiva, cui l’uomo d’affari viene costretto da una connection affaristica che lui riconduce a Denis Verdini.
Ecco ciò che emerge: l’inchiesta Consip che non ha mai trovato gli appalti truccati di cui avrebbe dovuto beneficiare Romeo, non ha nemmeno visto ciò che lui stesso aveva denunciato e cioè pastette che vedono in lui una vittima e non un criminale. E non solo: cornuto e mazziato Alfredo Romeo finisce a farsi oltre un mese di gattabuia per aver tentato da imprenditore di difendersi.
Quando si dirà basta?
C’è un giudice a Berlino? Faccia un salto da queste parti.
Monica Montanari
Fonti e Documenti
L'Anac accoglie l'esposto di Romeo su RepubblicaLa guerra degli appalti su Tramatlantico
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