Non so a quanti di noi accade ma accade.
Pensi che ci vorrebbe per l’Italia un certo cambiamento, fai una certa analisi su ciò che non va e c’è da cambiare, ti schieri pro o contro una decisione e poi scopri che c'è un leader che dice esattamente le tue stesse cose.
A Tramatlantico accade spesso, e sempre più spesso ci schieriamo su tanti argomenti scoprendo poi a breve giro che quella è la posizione del Pd di Matteo Renzi.
Questo processo accade facile per le grandi questioni su cui i partiti diffondono i propri slogan. Ma se accade sulle piccole cose, su quelle di cui non si parla allora è davvero significativo.
Se prepari un intervento dicendo che c’è bisogno che i bambini non paghino alle scuole elementari il fatto di avere a casa genitori bravissimi ma con poca dimestichezza con le cose di scuola, e poi ti ritrovi Renzi che rivendica in pieno congresso come oggi il progetto 06 Reggio Emilia Capitale della scuola dell’Infanzia con l’obbiettivo esplicito di colmare il gap formativo delle primarie. Se capita questo, allora rifletti e riguardi l’intervento che avevi preparato per l’incontro sul Welfare con la Senatrice Maestri e dici: «O caspita, non ci sono andato perché pensavo di essere fuori tema. E invece.»
Ecco quando capita questo, vuol dire che un leader non è più soltanto un leader. È diventato un’Idea.
Per questo oggi noi non vi diremo ciò che Renzi ha espresso in Convenzione Nazionale. Vogliamo fare una scommessa con voi, vi parleremo di quanto NON ha detto.
Ha detto "Europa Sì ma non Così" ponendo l’accento sulla necessità di non inserire il fiscal compact nei nuovi trattati. Ma ha omesso di parlare di un'Europa Patria Vera, quell’Europa della difesa comune e della politica estera comune cui si può giungere con il suo progetto di eleggere direttamente il presidente del Consiglio Europeo e di riservare dei seggi ai partiti transnazionali.
Ci vogliamo scommettere? Europa Patria Vera è già profilata nell’orizzonte del Pd Renziano.
Questo accade perché ogni indicazione sul qui ed ora è la proiezione puntuale nel qui ed ora di una visione più ampia di un futuro prefigurato.
Ed è vero anche il contrario ovvero che ogni scelta concreta nel qui ed ora disvela un ventaglio di futuro.
Il Leader diventa Idea quando ha Visione.
Ed ecco le nuove sfide e le aporie su cui Renzi non si è espresso, per esempio, citando Mark Lilla della Columbia University in merito alla futura robotizzazione mangia lavoro.
Renzi ha rivendicato che ogni rivoluzione tecnologica decreta la fine di alcuni tipi di lavoro e ne crea altri. Ma non ci dice in un quadro di marginalizzazione crescente dei lavori manuali come compatibilizzare la presenza di masse crescenti di lavoratori immigrati per esempio.
Ma ci scommettiamo. Lo dirà e additerà in un lavoro sociale microcooperativo di prossimità la risposta.
Tutto questo ci fa dire con lui ciò che i suoi avversari interni non hanno capito: che il partito c’è, è unito. E Matteo Renzi ha ragione: il corpo del partito non segue i dirigenti perché li precede.
Li precede perché l’Idea in sei mesi di battaglia referendaria è entrata nel sangue dei democratici e, dinnanzi ai problemi, i democratici elaborano in modo autonomo non hanno bisogno di imbeccate.
Renzi ha trasformato il Pd e lo ha fatto diventare il primo grande partito d’opinione di massa.
Guardatelo il Pd: è già avanti in attesa di sapere con chi si farà il partito trasnazionale ma scommette su entrambi sia Macron che i socialisti francesi. Vorrebbe sapere se sarà Schulz il candidato da eleggere direttamente alla Presidenza del Consiglio Europeo, ma già immagina che sarà così.
È già avanti e vuole sapere come si articoleranno le nuove microcooperative di prossimità per la coesione e l'integrazione sociale.
E mentre i dirigenti si guardano le spalle, i 266 mila iscritti che hanno votato al congresso sono già un passo avanti ad aspettarli. Consapevoli almeno per il 66% che ha votato Renzi di dove sta andando e perciò già in cammino.
Monica Montanari
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