La notizia è che la percentuale ottenuta da Renzi è al 68%. Gli iscritti del Pd gli hanno dato il 20% di più di consensi di quanto non fecero nell’ultimo congresso. La base del Pd mostra così di comprendere il linguaggio dei fatti:
I 600.000 (seicentomila) italiani in coda in questi giorni per cogliere l’opportunità aperta da Matteo Renzi della rottamazione delle cartelle Equitalia, e il calo della disoccupazione giovanile dai 15 ai 24 anni scesa a febbraio al 35,2% che dimostra contro ogni dubbio che il Job’s Act ha funzionato.
Come ci ricorda Fabrizio Rondolino sull’Unità l’affluenza è stata pari al 59% ed è superiore di quattro punti a quella del 55% fatta registrare nel congresso del 2013. Si pensi che ai congressi del Pd votava in media solamente il 20% degli iscritti.
266 mila persone che si sono informate, sono uscite di casa, hanno discusso e hanno votato. E hanno votato per Renzi.
Matteo Richetti a Repubblica la spiega così:
«Sa cosa è successo? Che è normale vedere qualche iscritto che vota contro al referendum, ma non è digeribile vedere chi brinda con i nostri avversari alla sconfitta.»
Fonti e Documenti
I dati sulla partecipazione, Rondolino su L’Unità
Intervista Matteo Richetti a Repubblica
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